“La transizione energetica è un passaggio inevitabile ma va perseguita con modalità e tempistiche che evitino disagi sociali ed economici per le famiglie e le imprese”. E’ stato questo il tema al centro del convegno che si è svolto giovedì sera a Latina dal titolo “La transizione energetica e l’impatto del Green Deal sull’industria automobilistica europea”.

A organizzare l’appuntamento è stato l’On. Matteo Adinolfi, deputato europeo della Lega Gruppo ID, che ha illustrato le priorità del gruppo ID proprio nel senso di una revisione delle proposte avanzate dalla Commissione UE. “ Gli obiettivi del Fit for 55 sono troppo ambiziosi e rischiano di essere irraggiungibili per molti Paesi dell’Unione e creare pesanti danni alle aziende che non riusciranno a rispettarli – ha detto l’onorevole Adinolfi – La Commissione Europea è passata da un pacchetto di aumento del mix energetico per le energie rinnovabili dal 35 al 40% e poi ancora, nella recente versione, al 45% entro il 2030. Obiettivi che come Lega Gruppo ID consideriamo eccessivamente ambiziosi e soprattutto forieri di difficoltà per chi dovrà raggiungerli e adeguarsi. La transizione energetica, per essere credibile, deve anche essere realistica. Per questo deve avere target raggiungibili, soprattutto quando si parla di riqualificazione e decarbonizzazione di edifici pubblici e privati.Inizialmente nei negoziati il Gruppo ID si è posto in posizione collaborativa con il relatore per porre un freno ad un’eventuale esagerazione verso obiettivi ancora più elevati, dato che già il contributo al raggiungimento del 40% era da noi ritenuto molto dispendioso per diversi Stati membri, compresa l’Italia. Nello specifico stiamo lavorando proposta di tornare quantomeno al 40% di obiettivo complessivo, proposta iniziale della Commissione, anche ponendoci quindi in una posizione di grande buonsenso”. Altro aspetto affrontato è quello dello stop alla produzione delle auto a diesel e benzina dal 2030 con un graduale passaggio all’elettrico. L’ossessiva ricerca di una neutralità climatica rischia di creare una vera e propria tragedia sociale. divieto, da qui a pochi anni, dei motori a combustione voluto dal Green Deal interesserà famiglie, territori, lavoratori e l’industria automobilistica, richiedendo ingenti investimenti pubblici e privati.Non posso dunque nascondere di essere fortemente preoccupato per il fatto che, a fronte di valutazioni politiche precoci, i costi economici, industriali, sociali e ambientali della transizione siano stati sottovalutati. Oltre ad avere costi proibitivi per la maggior parte dei cittadini europei, i veicoli a batteria non sono del tutto a “zero emissioni” per l’ambiente: inoltre, bisognerebbe porsi serie domande sulle nostre reti elettriche e sulle scarse infrastrutture di ricarica attualmente esistenti.Ancora una volta, se non si inverte la rotta e non si affronta il tema della neutralità climatica con un po’ di sano realismo, a pagare il conto della miopia dei burocrati europei saranno le famiglie e le imprese. Come Lega e Gruppo ID continueremo a batterci affinché dall’Europa arrivino scelte di buon senso e non puramente ideologiche”.