A 19 anni, Maria Clara Mandolesi è una delle più giovani e promettenti violoncelliste italiane. Un’occasione preziosa, dunque, poterla ascoltare nel prossimo Concerto d’autunno del Campus Internazionale di Musica di Latina, domani – venerdì 25 novembre – ore 18 come di consueto al Circolo Cittadino di Latina. Attualmente allieva di Antonio Meneses all’Accademia Walter Stauffer, ha studiato con alcuni dei più importanti violoncellisti di oggi, come Mario Brunello, Enrico Dindo, Asier Polo; si è aggiudicata premi importanti, fra cui il primo premio nel 2019 al Vienna New Year’s Competition e al Grand Prize Virtuoso Competition di Bruxelles, nel 2020 primo premio all’International Music Competition Paris e nello stesso anno, a soli 16 anni, è finalista all’Anton Rubinstein Competition a Düsseldorf, la più giovane concorrente fra più di 60 candidati.

Da non perdere dunque il suo recital per violoncello solo che sonda le sonorità calde e profonde di questo strumento ad arco, percorrendo periodi storici diversi, dal barocco al Novecento. L’apertura spetta alla Suite n. 3 in do maggiore BWV 1009 di Johannes Sebastian Bach, terza delle Sei Suites che il musicista composte fra il 1718 e il ’23, quando risiedeva a Köthen, assunto come Kapellmeister alla corte del principe Leopold, capolavori di tutti i tempi, un insuperabile punto d’incontro fra regola e invenzione, ordine e libertà. La Sonata per violoncello solo di György Ligeti vide la luce tra il 1948 e il 1953, osteggiata nei primi anni nel suo paese perché considerata troppo “moderna” e di difficile ascolto, solo dopo un quarto di secolo, negli anni Ottanta-Novanta entrò regolarmente nel repertorio concertistico per violoncello.

È invece dell’estate 1922 la Sonata per violoncello solo op. 25 n. 3 di Paul Hindemith, composta per il Festival di musica da camera di Donaueschingen, in Germania, che incoraggiava la scrittura contemporanea; Hindemth la dedicò a Maurits Frank, il violoncellista del quartetto in cui Hindemith suonava la viola negli anni ’20, che tenne anche la prima esecuzione della sonata a Friburgo nel maggio 1923.

Infine, il Capriccio n. 12 di Alfredo Piatti, ultimo della raccolta op. 25. Violoncellista bergamasco nato nel 1822 e scomparso nel 1901, rappresentò per il violoncello quello che Paganini fu per il violino. Nei suoi capricci sonda tutte le possibilità tecniche e timbriche dello strumento, con procedimenti armonici efficaci, richiedendo all’interprete grande espressività e abilità tecnica.