Discussione ad ampia partecipazione avvenuta a Latina il 27 maggio

Dal Convegno sul Referendum Giustizia, che chiama i cittadini a votare per il prossimo 12 Giugno, ampia e rappresentativa la partecipazione per discutere sul tema dell’incontro. Sono stati centrati gli obiettivi principali del Referendum sulla giustizia, approfondendo in particolare, gli antecedenti della nostra storia contemporanea, risalendo alle citazioni dell’illustrissimo Giudice Falcone ed il suo impegno per la lotta alla mafia, colonna portante della riforma giustizia degli ultimi decenni dello scorso secolo.
Oggi, ancora una volta, il sistema giustizia e l’amministrazione giurisdizionale necessita di risposte più adeguate. Dalle ragioni connesse ai tempi processuali, all’incombente risposta dell’equa riparazione.
L’ex Magistrato Simonetta Matone, ha aperto la disamina sul fenomeno del correntismo, sviluppato appunto in seno alla magistratura, filo conduttore dell’evento, rimarcato anche nei seguenti interventi, che hanno visto le figure rappresentative dell’avvocatura quali l’Avvocato Dino Lucchetti, l’Avv. Daniele Marini e l’Avv. Claudio Maria Cardarello.
In collegamento, si ricorda dell’importante presenza della Senatrice Lega Salvini Premier- Responsabile dipartimento Giustizia Giulia Buongiorno, nonché l’unanime partecipazione in introduzione di Claudio Durigon Deputato Lega Salvini Premier, del Dott. Prof Stefano Vali, del Consigliere comunale di Latina Giovanna Miele, del Consigliere comunale di Latina Massimiliano Carnevale, del moderatore della giornata Sarina Biraghi, del Sottosegretario all’Economia Federico Freni, e del Presidente del Tribunale di Latina Caterina Chiaravallotti, accorata all’incontro dal carattere informativo ed anche digressivo sull’importanza stessa e della portata del Referendum.
I cittadini sono chiamati a votare il 12 giugno per la riforma della giustizia, per qualcosa che gli appartiene indirettamente in prima linea, hanno il diritto di sapere, di essere informati.
Una riforma che riesca a raggiungere le esigenze innanzitutto dettate dalle richieste “sociali”, appannaggio di tempi in cui il termine “giustizia” ha purtroppo lasciato con questa parola, anche vittime di fatali errori nelle aule di tribunale. Avverso i processi sicuramente troppo lunghi, sintomi evidenti di quell’ assoluto e necessario cambiamento del sistema.
L’Avv. Daniele Marini:
“Il pluralismo associativo, ha consentito anche alla magistratura di discutere, dell’amministrazione della giustizia e delle funzioni giurisdizionali, in momenti storici del nostro paese che non dobbiamo mai dimenticare.
A partire dagli anni 60, la magistratura, addirittura ha dovuto affrontare il conflitto generazionale, tra magistrati conservatori che provenivano anche da una formazione del regime fascista, con i magistrati più giovani progressisti. E la magistratura ha dibattuto al suo interno in periodi del nostro paese attraversati dal boom economico negli anni 60’, dal terrorismo negli anni ’70, alla lotta alla mafia degli anni 80 e 90’,ed alla corruzione con tangentopoli, momento di massima visibilità della magistratura.
Da quel momento, il pluralismo associativo in realtà si trasforma in correntismo, stando a quello che hanno detto gli studiosi in materia. Inn tale contesto, rispetto le cariche del CSM – “ al riguardo, i quesitI referendari che siamo chiamati a votare il 12 di giugno, propongono di modificare sostanzialmente il meccanismo di candidatura dei magistrati alla carica di consiglieri del CSM .”.
di Valentina Spagnolo